domenica 23 febbraio 2014

Acido Lattico - Il Domenicale #39


COFFEE & PASTRIES




Il fatto è questo. 
Nell’azienda per cui lavoro un mio collega d’ufficio ha commesso un errore facendo ritardare la consegna del prodotto finale al cliente. Sul disegno di un porta ha scritto il codice RAL della verniciatura sbagliato, così i ragazzi dell’officina hanno dovuto fare le notti per sostituire le ante di colore rosso rubino opaco, con quelle rosso rubino opaco bucciato. Sorprendente per dei daltonici. Nonostante ciò il prodotto è stato consegnato in ritardo. Il giorno successivo alla consegna, forse per sdebitarsi, senza che nessuno glielo avesse chiesto, Larry, uso un nome di fantasia per proteggere la sua privacy, ha pensato bene di portare in ufficio un cabaret di pasticcini, peraltro di pregevole fattura. Ipocrita. Non so gli altri colleghi che si sono cannibalizzati per l’ultimo bignè rimasto, ma io non me la sono bevuta di certo. Pensi di essere a posto con la tua coscienza adesso? Pensi davvero che basti portare un cabaret 40x20 di pasticcini per rimediare al tuo madornale errore? Larry, ti risulta che in questa azienda sia mai successo che un lavoro ben fatto fosse ripagato con un cabaret di pasticcini? Dirai tu, neanche con un adeguato compenso. E allora perché ti sei sentito in dovere di sborsare di tua tasca una così lodevole somma per rimpinguare le fauci degli impiegati, anziché quelle dei ragazzi che hanno sgobbato notti per sopperire al tuo errore? Un cabaret 40x20 poi. Non basta neanche per reintegrare le calorie che hanno speso inutilmente nell’atto di lanciarti le più indubitabili maledizioni, avendogli negato la gioia di uscire dall’azienda dopo le canoniche 8 ore di lavoro, e andare ad ubriacarsi al pub. Vuoi davvero redimerti Larry?! Dimmi, vuoi davvero rimediare al tuo imperdonabile pressappochismo?! Fatti dare
40 nerbate. Da su, solo 40 nerbate. Non una di più. Esci allo scoperto, prendi posizione. Allora si, che la catarsi purificatoria prenderà una dimensione davvero significativa. Allora si che la tua figura inetta esecutrice di ordini potrà elevarsi alla piu nota e onorevole categoria di schiavo. Perché è uno schiavo quello che tu vuoi diventare. Cos’è? Non ti sfruttano gia abbastanza? La tua tariffa da libero professionista non è sufficientemente bassa? Il tuo contratto senza garanzie non è adeguatamente astratto? Perché non rimani a fare le pulizie dei cessi dell’officina a fine giornata? Con la lingua. Sai: grasso, oli emulsionanti, sporco sotto le suole, piscio. Non sai cosa ti perdi. Ecco, non sai cosa ti perdi. E’ per questo che mi sto interessando a te. Come se me ne fregasse qualcosa se consegniamo in ritardo il prodotto. Come se me ne fregasse qualcosa se il cliente, facendo leva sulle clausole contrattuali, avesse diritto ad un rimborso tale da far fallire l’intera azienda per cui lavoriamo. No. Quello che mi interessa è, non essere trascinato a causa tua in un vortice di mortificazione, umiliazione personale ed umana da far impallidire la notte degli Oscar. Sta di fatto che ieri il Vecchio, l’ipocrita, il bugiardo, il prepotente, il presuntuoso, il padrone dell’azienda, si avvicina alla mia postazione e con un sorrisetto complice mi apostrofa dicendo: “Ehi tu! Sei tu che hai disegnato quei vetri? Sai che ci sono 200 pezzi in consegna vero? Stanno per arrivare in magazzino dal nostro fornitore. Prega che vadano bene o ti toccherà portare così tanti cabaret di pasticcini che il mio diabete a quel punto sarà un sollievo.”

Grazie Larry.

(Pascalino Miele)