domenica 27 ottobre 2013

Acido Lattico - Il Domenicale #28



Di quando sono stato censurato dal Late Show di Letterman 

 
Ci si lamenta spesso che in Italia, nel campo della satira, la censura domini. O meglio, a onor del vero da un po' di anni non ci si lamenta più, perché è stato censurato tutto il possibile. Ma non crediate che Oltreoceano le cose vadano meglio. Ho deciso di raccontarvi qui la brutta avventura che è capitata a me. Sono ancora un po' lesso: sono rientrato da poco dagli States e forse è il jet lag che parla, ma ho deciso di non tenere "la bocca chiusa", come mi è stato caldamente "consigliato".
Voglio restare sveglio e farvi sapere quello che quello che mi è successo, perché lo trovo semplicemente... semplicemente anacronistico.
Non saprei come altro definirlo. Una cosa anacronistica.

Da quando mi ricordo, sono un grande fan del Late Show di Letterman. Adoro quel programma. Va su Rai5, capite. E potete immaginare quale sia stata la mia gioia quando, esattamente alle 2.15 di una notte qualunque, ho risposto a una imprevedibile chiamata del mio agente. "Ste, ti vogliono al Letterman Show" "Che cazzo mi chiami a quest'ora?", gli dico io imbufalito, "E' per farti abituare all'ora della West Coast: ti vogliono al Late Show capisci? Andrai all'Ed Sullivan Theatre, si parte domani!". Ora, non so dirvi esattamente cosa gli ho risposto, un po' perché l'emozione era troppo forte e un po' perché gli ho chiuso immediatamente il telefono in faccia. "Cosa cazzo si è fumato - ho pensato riaddormentandomi - New York è sulla East Coast".

E potrete immaginare anche la mia meraviglia e la mia eccitazione quando, in mattinata, parlavo direttamente con Mary Connelly, segment producer dello show. Mi volevano nel programma. Io ero al settimo cielo, e ho avvisato tutti che sarei stato ospite di Letterman. Volo negli Stati Uniti dalla mia piccola città. Arrivo all'Ed Sullivan, il camerino è più grande di casa mia. Ho il pezzo in mente, l'ho già fatto tante volte - certo in posti nemmeno vagamente paragonabili a questo - ma, insomma, mi sento all'altezza. Sono preparato. Dave mi chiama in scena, la sua solita introduzione arguta, il pubblico rumoreggia quando fa il mio nome, tocca a me. Lascio le quinte, è il mio momento.
Il mio pezzo è quello collaudato, riporto qui alcune battute:

"Avete letto di quella donna di Birmingham che beve urina da 20 anni? «È il mio segreto per restare giovane e sana». Avete capito? È questo il suo segreto: farsi pisciare in bocca. (pausa, risate) Non so voi, ma io mi tengo le rughe. (risate) No ma per qualcuna potrebbe essere un'alternativa ai ritocchini estetici. Signora là in fondo, venga qui che le faccio un lifting completo. Mi scolo tre birre e sono da lei (risate) Ma non pensate che sia una cosa tanto da pervertiti. Guardate che c'è gente che lo fa spessissimo. Si pisciano in bocca a vicenda. A letto per alcuni è eccitante. C'è un mio amico che non conosce altro modo, per mandare giù il Viagra (risate, applauso) Gli va giù liscio solo col piscio della sua donna, davvero... "Amore, stai pensando a me, mentre pisci, vero?" ... (risate) Vi ripeto, la cosa non fa tanto schifo. Se ci pensate, è sempre meglio SCEGLIERE di pisciarsi in bocca reciprocamente facendo sesso che... sapete di cosa parlo, vero ragazze? Non controllare la pipì: non vi succede solo quando avete paura, no? E uno si vede arrivare uno tsunami di urina in bocca in quei momenti, quando non te lo aspetti: siete lì che la leccate, e lei parte a spruzzo (risate soffocate) a me fa schifo, anche se so che è una cosa naturale, marcare il proprio uomo con l'urina (risate)"

Tutto così, variazioni sull'urina, poi passo alle feci e infine chiudo sullo squirting del mestruo. Finisco il mio numero e Letterman manda la réclame. Durante la pubblicità mi chiede come vanno le cose. Io dico "Bene, sto lavorando a un paio di album in questi giorni". Lui mi chiede se sono dimagrito. Io gli rispondo "Sì, bevo molto succo d'uva". Torniamo in studio, David mi saluta e esco. Dietro, ancora con il batticuore, mi si fanno incontro Melissa e Robert Morton, il produttore dello show. Entrambi sorridono e mi dicono: "Bella scena!". Chiedo loro come pensavano fosse andata. Mi dicono: "Benissimo! Non hai sentito la reazione del pubblico?". Sono contento, e me ne torno in albergo. Mi sentivo davvero bene. Tutta la tensione del giorno si è sciolta. Avevo fatto lo show. Era andata bene. La pressione se n'era andata. Potevo finalmente rilassarmi.

Due giorni dopo, mi arriva una telefonata. Era Robert Morton, il produttore del Letterman Show “Stef, ho delle brutte notizie... dobbiamo tagliare il tuo pezzo dallo show di stasera”. Mi sono seduto sul letto, shockato. “Non capisco, Robert. Qual è il problema? Pensavo che lo show fosse andato benissimo”. Morton rispose “Infatti... ma ... E' solo... insomma la Standard & Practise della CBS ha ritenuto che parte del materiale era inadeguato alla trasmissione”. Mi sono grattato la testa , confuso. “Ah, quale parte esattamente hanno trovato...inadatta?” ”Beh” rispose Morty “quasi tutto. Insomma Stef, il pezzo faceva cagare. Era brutto, non faceva ridere. Era un disastro, una roba da dilettante: faceva cagarissimo. Sarebbe stato meglio, per il pubblico, tagliarsi i polsi con un'accetta, fidati. Credimi, ho lottato con le unghie e con i denti ma come comico fai veramente schifo. David è furioso. Siamo tutti sconvolti qui, sappiamo quanto hai lavorato sodo per questa scena. Cosa posso dire? Forse abbiamo sbagliato a chiamarti. Credo ci sia stato un errore di persona, forse abbiamo letto male l'appunto, cose che capitano”.

Stavo facendo del mio meglio per digerire tutto questo. La tensione stava strisciando di nuovo nel mio corpo e nella mia mente. “Ma Bob... sono solo delle battute...” “Lo so, lo so... facevano cagare però. Erano delle brutte battute. Uno in sala si è cavato gli occhi, una donna incinta ha abortito. Insomma, non ho mai visto una cosa del genere Stef. Sei stato una piaga d'Egitto”. “Ma quali? Voglio dire, ho visto questa scena al fianco della mia mamma sessantatreenne nella sua veranda a Little Rock, Arkansas e lei non ha avuto nessun problema con il materiale”. “Ste che posso dire? E' tua madre, ti ha scodellato dalla vagina. Ride dal giorno in cui non ti deve più portare nelle viscere, dài”. “Be' ragazzi... provo e scrivo il miglior materiale possibile per voi ragazzi... siete l'unico show che faccio perché sono un grande fan, e penso che siate il miglior talk show in onda. E questo è il modo in cui mi trattate?” “Stef, questo è semplicemente il modo in cui vanno le cose a volte, mi dispiace, OK?” “Beh, anche a me dispiace, Bob. Ora devo richiamare i miei e dirgli di non aspettarmi svegli...devo chiamare i miei amici...” “Lo so. Questo riguarda tutti noi...” “ Eh dovete fare quel che dovete fare... OK”. Poi abbiamo riattaccato.

Da quando Elvis era stato censurato dalla vita in giù, nessun intrattenitore, nessun comico, che si fosse esibito su quello stesso palco, era stato censurato, a parte Bill Hicks, e ora dal collo in su, nel 2013, capitava a me. In America. Solo per aver fatto delle battute che fanno cagare.
Ho visto mia madre e i miei amici e detto loro le novità. All'inizio non mi credevano, ma il mio stato emotivo e il fatto che continuassi a ripetere “Sono solo battute... battute che fanno cagare. Sono solo battute, fanno solo cagare - ero in loop - io non capisco...” alla fine le ha convinte che era vero. Mi sono seduto con mamma e ho inveito per un po'. Lei aveva le lacrime agli occhi. Penso di averle avute anch'io. “Di cos'hanno paura? Di qualche battuta che fa cagare?” ho gridato, e “Cavolo, come si può censurare un comico solo perché ha fatto delle battute che facevano schifo. Cristo, siamo nel 2013!”.

Ora sto riflettendo su come gestire la situazione. Ero persuaso che non sarebbe stato carino dar sfogo ai miei pensieri finché non avessi ricevuto la cassetta dello show e visto la scena, la mia performance, e la reazione del pubblico. Ma, nonostante l'avessi chiesta diverse volte, la cassetta non è mai arrivata. Ho chiamato Morton. Lui ha detto “Um... non so se siamo legalmente autorizzati a spedire la registrazione di uno spezzone del programma che non è andato in onda...” Hmm...pensavo che gli fosse proprio sfuggito di mente. Ho detto “Robert, la voglio solo per i miei archivi, e i miei genitori vorrebbero vederla.” Morty disse “OK...proverò. Vedrò cosa posso fare. Ti farò avere la cassetta. Stai bene, Ste? Per vivere non devi fare il comico, vero? Altrimenti ti mando qualche spicciolo” “Sì” ho detto “sto bene. Solo non vedo l'ora di vedere la mia esibizione, e avere i tuoi spiccioli”. Al che Morty rispose “Capisco, ti farò avere la cassetta” Ho detto “Grandioso!” e abbiamo riattaccato. La cassetta, ripeto, non è mai arrivata. E delle sue monete neanche l'ombra. Qualche giorno fa mi hanno detto che l'hanno bruciata perché il pezzo faceva troppo, ma troppo cagare. Ma forse l'hanno fatto solo per farmi stare buono.

Perciò mi son deciso a scrivere oggi. Perché sono stato censurato dal Letterman Show? Perché le mie battute facevano schifo. Inconcepibile. Forse un po' di apertura mentale, tolleranza, e accettazione potrebbero essere un antidoto a ciò che vi fa stare male, cari i miei produttori televisivi affermati. Provate, e vedete se il vostro peso si alleggerisce un po'. Guardate se la vostra espressione di paura si rilassa un pochino. Perché non usate un po' di quella fede in cui dite di credere così tanto e avete fiducia in Dio e nel suo infinito amore incondizionato.

E adesso, l'ironia finale. Uno dei “punti caldi” che è stato menzionato e che faceva “cagarissimo, oltre ogni inimmaginabile purga” era la mia battuta sulle donne incontinenti. Il mio brillante amico Andy ha postulato l'ipotesi che in realtà era questo che preoccupava e spaventava di più il network. Sapevo che c'era qualcosa di vero in questa teoria ma mi sono sorpreso lo stesso a guardare il Letterman Show (sono ancora un fan) il lunedì dopo la censura della performance di venerdì, e guarda, hanno mandato una...siete pronti? Pubblicità di pannoloni per donna! La farsa adesso è completa. “Seguite i soldi”.

[si ringrazia Bill Hicks per la lettera che ha ispirato questo racconto] 


(Stefano Pisani)