domenica 19 gennaio 2014

Acido Lattico - Il Domenicale #37



  HO VISTO UN POVERO

 


Sono stato sempre povero. In verità fino all'età di sei anni mio padre se la passava bene con la sua fabbrica di scarpe, poi è saltato tutto, abbiamo dovuto vendere lui la fabbrica e io i miei giocattoli. Adesso si sente dire che ci sono i nuovi poveri. Ma che cazzo! Io sono un povero di vecchia generazione, me ne fotto. E da povero vi dirò cosa penso dei miei 'colleghi'. 

Il problema con i poveri è che rompono sempre e comunque il cazzo. Infatti, le sue opzioni sono: rubare a quello che non ha, chiedere con una certa lagna a qualcuno che ha più di lui o - e adesso va per la maggiore - rubare un lavoro che qualcun'altro sta già facendo, per metà della paga. Mi sono chiesto ma perché la povertà è, e rimarrà per sempre, una piaga su questo mondo? Per il semplice fatto che il desiderio del povero di oggi è quello di diventare un ricco del cazzo. Vuole diventare esattamente come chi lo sfrutta. Per diventarlo dovrà anch'egli sfruttare le altre persone, creando nuova povertà. 

La società è un fottuto materasso ad acqua, se premi un'estremità ne farai alzare un'altra. Se un tempo l'operaio voleva fare il culo al padrone per migliorare la propria esistenza, ora lo stesso operaio vuole diventare un padrone per fare il culo ad altri operai. Non lamentiamoci dei ricchi, non sono loro il problema. Siamo noi poveri il vero cruccio di questo sistema. Il povero odia la sua vita, e la cosa è reciproca, ecco perché hanno quell'alito di morte già a quarant'anni. Quando un gruppo di poveri vede un altro gruppo di pezzenti disperati su di un barcone pensa: "Cazzo, questi vogliono fottermi quel poco che ho". Il povero è ostinato, non vuole godersi quel poco che ha. E' colpa sua, non ha scuse, prende, parte, vaga. Se ne va per mari e monti per cercare chi? Uno con la pelle più chiara di lui. Il povero dalla pelle scura cerca il bianco stronzo e povero come lui. Mentre il povero bianco stronzo, cerca di sembrare un po' meno povero e rilassato scurendosi la pelle con qualche ora di tintarella. Il risultato è quello d'avere un branco di poveri quasi tutti identici fra loro. E i poveri peccano anche di originalità, vorrebbero una vita migliore. Ehi, chi non la vorrebbe! Chiedi a quello con l'utilitaria, digli se la sua auto lo soddisfa. E' incredibile, ma tutti abbiamo le stesse ambizioni. La redistribuzione della ricchezza è una balla. L'unica condizione da rifuggire è solamente quella del povero, chi lo è non vorrebbe più esserlo, mentre il ricco cercherà in ogni modo di non diventarlo. 

Non c'è da ridistribuire un bel niente. E’ tutto in questo mondo. E come dice un vecchio detto: “I soldi sono come i dolori, chi li ha se li tiene".

 (Sergio Marinelli)