domenica 14 aprile 2013

Acido Lattico - Il Domenicale #3


ELEGIA DELLE EMORROIDI




Nella vita di ogni essere umano, come voi saprete, ci sono dei traguardi che non mi arreca nessun fastidio definire sacri: la nascita, o venuta al mondo, il battesimo, il primo incontro con il corpo di Cristo, la coniugazione con la persona amata e l'arrivo delle emorroidi.
Alla maggior parte di voi lettori, codesta affermazione potrà sembrare sconcia, scurrile, addirittura blasfema o emorragica, ma posso assicurarvi che vi sbagliate. E ve lo dimostrerò a breve.
Come sovente le donne ripetono, la cosa più bella che sia capitata o possa capitar loro è la gravidanza. Essere fecondate, da peni o pipette, e possedere nel proprio corpo, nel proprio ventre, nel proprio utero, una minuscola, poi piccola e poi rompipalle creatura che vive in simbiosi con loro. Ma affinché questo possa accadere, la donna ormai gravida, deve necessariamente aver superato quel fatidico giorno della sua stessa vita, in cui per la prima volta può essere chiamata donna. E così, l'arrivo del flusso mestruale, la bua della vagina, è un avvenimento che rimane impresso nella mente di ogni ragazzina tramutatasi oramai in Venere feconda.
Allo stesso modo nella mente di ogni essere umano, principalmente di sesso maschile, resta scolpito nelle cervella quel dì, quell'istante, quel peto, che si liquefece rosso.
Perché pensateci un attimo, come il mestruo rappresenta la fertilità della donna e allo stesso tempo la mancanza di vita dentro di sè, allo stesso modo l'emorragia anale altro non è che il tragico, nefasto e avvilente aborto di uno stronzo.
Orsù lettori, non fate quelle facce; spero non proviate vergogna o ribrezzo per la vostra merda.
Se così fosse, vi consiglierei una sfida: provate voi timorati di cacca a non imbrattare la vostra ceramica per più di due settimane di fila, provate a trattener nelle vostre budella la trasformazione chimica delle vostre cibarie; e poi vedremo se considererete ancor arduo il paragone.
Per giunta, esse fanno di un uomo l'essere vivente perfetto: con la verga e il mestruo orifiziale.
E quindi gioite uomini, gioite donne: viva la vita e viva le emorroidi.

(Fabio Bellacicco)