domenica 9 febbraio 2014

Acido Lattico - Il Domenicale #38


 UN BUCO AL MAGLIONE




Ho un buco al maglione.
Non è stato facile accorgermene, ero convito di avere un buco allo stomaco, ma ovviamente mi sbagliavo. Dovunque fossi dovevo mettere qualcosa sotto i denti: merendine, taralli, finocchi, kebab, gelati, hamburger, peperonata, piadine, ciambelle; ma niente quella strana sensazione non mi lasciava in pace. Avevo preso a mangiare così tanto che, come è logico immaginare, cominciai a vomitare tutto, e non riuscivo ad evitarlo. Vomitavo in bagno, per strada, sul tram, all'università, al ristorante, dovunque. Ad un certo punto, il vomito era ad un livello così avanzato che riuscivo a rigurgitare alimenti che non avevo ancora ingerito: guardavo un toast nella vetrina del bar ed ecco che mi chinavo repentinamente e, con uno spasmo muscolare, lo tiravo fuori dal mio esofago quasi del tutto intatto e già scaldato.
Ero preoccupato, la situazione non pareva affatto migliorare, così decisi di ascoltare dei dottori. Avevo contattato il medico di base, un gastroenterologo, un urologo, un cardiologo, uno pneumologo, un podologo, ma nessuno riusciva a darmi una risposta; eccetto il podologo, che mi consigliò una crema antimicotica per l'alluce destro. Un giorno la provai con le pappardelle panna e funghi, funzionò. I porcini scomparvero.
Ma il presunto buco allo stomaco no. Era sempre lì. Finché un giorno, mentre ero in un pub a vomitare e poi ordinare una pizza margherita, un tizio mi si avvicina e mi fa: "Occhio, che hai un buco al maglione!"
Era vero, era proprio un buco al maglione. E bello grosso. Corsi via senza ringraziarlo, dovevo trovare un sarto. Il sarto era ancora al lavoro, così entrai. Gli spiegai tutto per filo e per segno, scosse la testa, mi guardò sconsolato e disse: "Ragazzo, non riesco proprio ad aggiustarlo. Ma per evitare che si allarghi ti consiglio di non stiracchiarti e di non ballare la breakdance".

(Fabio Bellacicco)