domenica 7 aprile 2013

Acido Lattico - Il Domenicale #2



STORIA D'AMORE BREVE

  

Lei ti manda un messaggio. Ti chiede “cm va? dai che usciamo k stase m sento sola”.
Tu traduci e le scrivi “ok” come se la cosa ti fosse indifferente, anche se in realtà la ami come un pazzo da sempre o da almeno cinque anni.
Lei è bellissima e passa a prenderti sotto casa.
Indossa una minigonna, una maglia scollata e i sandali che le hai regalato tu. Le dici: “Dio come sei bella stasera, ma volevi andare a bere qualcosa o fare una sfilata?”
Lei ride e ti dice che apprezza che tu sia sempre così carino e gentile.
Tu invece apprezzi che sia così gnocca, ma lo pensi e basta.
Lei ti sfiora con una mano il ginocchio.
Tu ti prendi male, ma non lo dai a vedere.
Lei dice: “Ho litigato col mio ragazzo e sono stufa.”
Tu pensi: “Finalmente”, ma rispondi: “Mi dispiace che tra voi non funzioni”.
Lei ti guarda e poi guarda la strada. “Dispiace anche a me ma forse dovrei cominciare a guardarmi attorno.”
Tu svieni, ma fai finta di niente.
Lei accende la radio e canta un po’ stonata.
Tu non glielo fai notare e dici: “Bella questa canzone” anche se in realtà ti fa schifo.
Lei ti spiega che la canzone in realtà non le piace, “ma se vuoi alzo” e, assieme al volume della radio, alza anche il volume della voce.
Tu non sai cosa fare e canti un po’ stonato anche tu.
Lei spegne la radio.
“Scusa, ma mi sento giù e non ho voglia di ascoltare la radio con quella musica troppo allegra e commerciale. Ci vorrebbe quella canzone triste che fa lalalala la la la la di quel gruppo dove il cantante ha i capelli lunghi oppure corti non ricordo ma comunque nel video ci sono un sacco di ragazze hai capito qual è dai è famosissima”.
Tu non hai capito ma dici: “Forse sì, dai, ce l’ho sulla punta della lingua”.
Lei ferma la macchina e si accende una sigaretta.
Anche tu vorresti, ma non ce l’hai e gliela chiedi.
Lei te ne offre una: “Sei sempre il solito scroccone”.
“Non è vero” rispondi “e che ho solamente smesso di fumare le mie”.
Lei ride: “Meno male che ci sei tu che mi tiri su il morale”.
Tu vorresti dire “sapessi cosa mi tiri su tu” ma capisci che è meglio stare zitti.
Lei ti guarda e non dice nulla, come te.
Vi baciate.
Tu senti dentro la testa un coro d’angeli, un tifo da stadio, una Ferrari che tira tutte le marce, Jimi Hendrix che spacca quindici chitarre di fila, un flamenco indiavolato, il sangue pulsare un po’ dappertutto e un
erezione che non ti permetterebbe di entrare allo stadio perché considerata arma impropria.
A lei squilla il cellulare.
A te no, e tutto quel casino in testa smette di colpo.
Lei risponde: “Cosa vuoi? No che non mi è passata, perché devi fare sempre lo stronzo? Non è possibile andare avanti così”.
Tu ti guardi attorno e non ci credi che vi siete appena baciati.
Lei spegne il cellulare, lo sbatte nel sedile posteriore e dice: “Non ti voglio più rivedere bastardo”.
Tu vuoi sdrammatizzare e domandi: “Ma parli con me o col cellulare?”.
Lei non ride: “Ma no, era quello stronzo del mio ragazzo”. 
“Anzi, del mio ex ragazzo”, aggiunge.
Gli angeli dentro la tua testa ricompaiono e dicono “alleluja” e ti prepari per ribaciarla, possibilmente toccarla e volesse la madonna e tutti i santi, farci l’amore tutta notte, ma anche un altro solo bacio andrebbe bene.
Lei piange.
Tu rimani interdetto.
Lei dice: “Scusa sono una scema è meglio tornare a casa”.
Tu vorresti piangere, ma resisti.
Lei invece continua a piangere e, in lacrime, ti spiega perché ha litigato col suo ragazzo.
Tu non la ascolti, e mentre lei parla la tua erezione si sgonfia come un palloncino chiuso male.
Lei ti chiede un parere.
Tu le sputeresti in faccia. A lei, al suo moroso, a sua madre, a suo padre, al suo gatto ed al suo cane, e se non ce l’ha glielo compreresti e, dopo che si è affezionata, glielo tireresti sotto con la macchina. Ma alla fine deglutisci, respiri a fondo e dici: “Non saprei, comunque dov’è il tuo ragazzo adesso?”.
Lei dice: “Non lo so”.
“Ah”, dici tu.
“Già”, dice lei, che nel frattempo ti ha riaccompagnato a casa.
Tu scendi.
Lei rimane in macchina.
“Ciao”, ti dice.
“Ciao” rispondi tu, ma pensi vaffanculo stronza ti amo e ti odio non so come faccio ma mi sento uno straccio.
Lei riparte.
Tu guardi la sua macchina andarsene.
Lei si ferma.
Tu rimani dove sei.
Lei fa marcia indietro.
Tu rimani sempre dove sei, anzi, impercettibilmente, vai verso la sua macchina.
Lei si ferma e abbassa il finestrino.
Tu la guardi, non sai cosa pensare e riesci ad emettere solo un: “Dimmi”.
Lei dice: “Cazzo che stupida che sono, il mio ragazzo è uno stronzo ma io lo amo e non so cosa farci, secondo te sbaglio?”
Tu dici: “Se è amore, cosa vuoi farci?”
“Già”, dice lei, “proprio una bella fregatura, beato te che non hai di ‘sti casini”.
“Già” dici tu
“Già” ripete lei.
E aggiunge:
“Ciao, e fatti sentire ogni tanto”.
FINE
(Matteo Adami)