COFFEE & PASTRIES
Il
fatto è questo.
Nell’azienda per cui lavoro un mio collega d’ufficio ha
commesso un errore facendo ritardare la consegna del prodotto finale al
cliente. Sul disegno di un porta ha scritto il codice RAL della
verniciatura sbagliato, così i ragazzi dell’officina hanno dovuto fare
le notti per sostituire le ante di colore rosso rubino opaco, con quelle
rosso rubino opaco bucciato. Sorprendente per dei daltonici. Nonostante
ciò il prodotto è stato consegnato in ritardo. Il giorno successivo
alla consegna, forse per sdebitarsi, senza che nessuno glielo avesse
chiesto, Larry, uso un nome di fantasia per proteggere la sua privacy,
ha pensato bene di portare in ufficio un cabaret di pasticcini, peraltro
di pregevole fattura. Ipocrita. Non so gli altri colleghi che si sono
cannibalizzati per l’ultimo bignè rimasto, ma io non me la sono bevuta
di certo. Pensi di essere a posto con la tua coscienza adesso? Pensi
davvero che basti portare un cabaret 40x20 di pasticcini per rimediare
al tuo madornale errore? Larry, ti risulta che in questa azienda sia mai
successo che un lavoro ben fatto fosse ripagato con un cabaret di
pasticcini? Dirai tu, neanche con un adeguato compenso. E allora perché
ti sei sentito in dovere di sborsare di tua tasca una così lodevole
somma per rimpinguare le fauci degli impiegati, anziché quelle dei
ragazzi che hanno sgobbato notti per sopperire al tuo errore? Un cabaret
40x20 poi. Non basta neanche per reintegrare le calorie che hanno speso
inutilmente nell’atto di lanciarti le più indubitabili maledizioni,
avendogli negato la gioia di uscire dall’azienda dopo le canoniche 8 ore
di lavoro, e andare ad ubriacarsi al pub. Vuoi davvero redimerti
Larry?! Dimmi, vuoi davvero rimediare al tuo imperdonabile
pressappochismo?! Fatti dare
40 nerbate. Da su, solo 40 nerbate. Non una
di più. Esci allo scoperto, prendi posizione. Allora si, che la catarsi
purificatoria prenderà una dimensione davvero significativa. Allora si
che la tua figura inetta esecutrice di ordini potrà elevarsi alla piu
nota e onorevole categoria di schiavo. Perché è uno schiavo quello che
tu vuoi diventare. Cos’è? Non ti sfruttano gia abbastanza? La tua
tariffa da libero professionista non è sufficientemente bassa? Il tuo
contratto senza garanzie non è adeguatamente astratto? Perché non rimani
a fare le pulizie dei cessi dell’officina a fine giornata? Con la
lingua. Sai: grasso, oli emulsionanti, sporco sotto le suole, piscio.
Non sai cosa ti perdi. Ecco, non sai cosa ti perdi. E’ per questo che mi
sto interessando a te. Come se me ne fregasse qualcosa se consegniamo in
ritardo il prodotto. Come se me ne fregasse qualcosa se il cliente,
facendo leva sulle clausole contrattuali, avesse diritto ad un rimborso
tale da far fallire l’intera azienda per cui lavoriamo. No. Quello che
mi interessa è, non essere trascinato a causa tua in un vortice di
mortificazione, umiliazione personale ed umana da far impallidire la
notte degli Oscar. Sta di fatto che ieri il Vecchio, l’ipocrita, il
bugiardo, il prepotente, il presuntuoso, il padrone dell’azienda, si
avvicina alla mia postazione e con un sorrisetto complice mi apostrofa
dicendo: “Ehi tu! Sei tu che hai disegnato quei vetri? Sai che ci sono
200 pezzi in consegna vero? Stanno per arrivare in magazzino dal nostro
fornitore. Prega che vadano bene o ti toccherà portare così tanti
cabaret di pasticcini che il mio diabete a quel punto sarà un sollievo.”
Grazie Larry.
(Pascalino Miele)
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